venerdì 27 giugno 2014

Quando la matematica incontra il calcio...


Un incontro forse troppo complicato quello tra la matematica e lo sport più seguito al
mondo, ma non impossibile.
Il calcio è stato da sempre considerato uno sport aleatorio ed imprevedibile in cui
basterebbe un tiro azzeccato in porta per rovesciare le sorti della partita, ciò
nonostante definirlo in questo modo è riduttivo, si tratta piuttosto di una questione di
approccio giusto.
Se la statistica descrittiva con le sue distribuzioni non è sufficientemente accurata, come
per esempio quelle dei bookmakers che stabiliscono le quote basandosi sulla famosa
distribuzione di Poisson che tiene conto solo di due parametri ( la media dei gol fatti e
subiti ) e quindi è eccessivamente superficiale come previsione e garantisce solo il 60%
di accuratezza.Una vera è propria risposta viene da due ricercatori di matematica Lopez
Pena e Hugo Touchette dell'Università di Londra da sempre appasionati di calcio noti per
aver applicato per primi al calcio quella che è la teoria dei grafi, che viene impiegata
principalmente per analizzare le reti sociali, e con la quale Lopez Pena si è spinto fino
a prevedere il successo degli spagnoli agli europei 2010.
Un grafo è un insieme di nodi ( i giocatori ) ed archi che li collegano insieme ( passaggi
) già in questo modo si possono quantificare alcuni aspetti riguardanti la squadra come
per esempio la coesione oppure l'edge connectivity che rappresenta il numero minimo di
archi da togliere per poter spezzare il gioco della squadra. Questo metodo potrebbe già essere
un utile strumento per i giornalisti e per gli allenatori per rendere più precise le loro
valutazioni.


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